I Social Media e la dipendenza del nuovo millennio

I Social Media e la dipendenza del nuovo millennio
La scena è piuttosto comune: sali sulla metropolitana, ti siedi e buttando l’occhio alle persone sedute di fronte a te, ti accorgi che 4 su 5, dai ragazzini agli anziani, se ne stanno con gli occhi incollati allo smartphone intenti a scorrere con il dito su e giù su Facebook. Siamo davvero tutti vittime della dipendenza da social media? C’è scampo? Quella che viene definita come la dipendenza del nuovo millennio – la dipendenza da social media – sembra riguardare tutti, senza distinzione di età. Forse i più giovani preferiscono Instagram e i più adulti Facebook, ma il concetto, e soprattutto il meccanismo, è lo stesso: può scattare la dipendenza. Al fenomeno stanno cominciano a farci caso in parecchi, a partire dalla Royal Society For Public Health, che ha lanciato il Scroll Free September, una campagna per sfidare le persone affinché non usino i 5 social network principali (Facebook, Instagram, Snapchat, Twitter e YouTube) per 30 giorni nel mese di settembre. Lo scopo è quello di sensibilizzare sugli effetti indesiderati che la dipendenza da social media sembra causare, ovvero:
  • ansia e depressione (aumentate del 70% tra i giovani negli ultimi 25 anni);
  • cyberbullismo (sette giovani su dieci affermano di esserne stati vittima almeno una volta, il 37% afferma di essere preso di mira di frequente);
  • insonnia (il 20% dei giovani confessa di svegliarsi durante la notte per controllare le notifiche);
  • ossessione per la propria immagine e bassa autostima (fissate con la propria immagine, il 90% delle ragazze si dichiara insoddisfatta del proprio corpo).
Lo psichiatra Richard Graham, che cura le persone che hanno a che fare con la dipendenza legata alla tecnologia, sostiene che i social media agiscono sull’equilibrio ormonale del cervello: “Pensiamo che i social influiscano sui livelli di dopamina per via delle varie ricompense emotive che offrono agli utenti. Ogni volta che le persone ricevono un like, un retweet o sono seguite da nuovi follower, il loro umore migliora un pochino. Il problema è che questa sensazione piacevole può trasformarsi in una dipendenza nel lungo periodo. Si desiderano sempre più attenzioni e quando non arrivano l’umore ne risente”. Ad accorgersi del fenomeno non sono solo ricercatori e psichiatri; gli stessi Facebook, Instagram e Snapchat stanno considerando la questione, tanto che si stanno preparando a uscire a breve con delle funzioni che ci consentiranno di monitorare il tempo trascorso sui social e che interverranno a ricordarci di prendere una pausa. Già da qualche tempo Instagram ha inserito una notifica che avvisa quando sono stati visti tutti i contenuti presenti nel proprio feed (“Non hai nuovi contenuti da vedere”): In un’intervista a Sky News Instagram ha dichiarato: “Le persone dovrebbero divertirsi utilizzando la nostra App, ma non a scapito del loro benessere. Vogliamo che la nostra community capisca le scelte disponibili per rendere la loro esperienza su Instagram la più significativa possibile. Ecco perché stiamo per presentare un nuovo set di comandi, ideato per aiutare le persone a gestire il tempo che spendono sulla nostra App.” E io? Per chi come me di mestiere fa la social media manager il discorso si fa complicato, dal momento che si tratta di gestire i social non per cazzeggio, ma per lavoro e soprattutto per conto terzi. Quando poi le pagine da gestire diventano tante, il problema si fa ancora più complicato. Per via del mio lavoro non potrei mai stare scollegata da Facebook per 30 giorni (ma nemmeno per una settimana e nemmeno solo per un giorno), perché devo rispondere prontamente ai commenti e ai messaggi che arrivano sulle pagine dei miei clienti ogni giorno (e, come dicevo nel post precedente, sono tenuta a essere sempre disponibile). Nel mio piccolo cerco però sempre di ritagliarmi degli spazi in cui stare “sconnessa”: lascio lo smartphone nell’armadietto quando vado in palestra (anche se con mio grande sgomento vedo un sacco di gente che non riesce a staccarsene nemmeno lì) o tolgo la connessione dati quando vado a fare una breve camminata o voglio ritagliarmi una mezz’oretta di lettura per staccare la spina.

E voi? Come va con la dipendenza da social media?

Claudia Moreschi
Claudia Moreschi

Sono una freelance e mi occupo di social media, copywriting e realizzazione di testi per il web, consulenza digitale e blogging. Appena posso faccio la valigia e parto. Possibilmente verso est.

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