Sono passati ormai due anni (anzi, per essere precisi due anni e tre mesi) da quando ho deciso di fare il grande salto: diventare a tutti gli effetti una
freelance, ovvero una libera professionista. Di cose da allora ne sono cambiate tante: forse è ora di fare qualche bilancio.
Se mi guardo indietro quasi non riconosco quella “impiegata disperata” sempre insoddisfatta che si lamentava sempre e che sognava di poter essere un giorno
libera e indipendente nella propria vita lavorativa, per sentirsi finalmente realizzata e appagata. Faccio fatica a riconoscere però anche quella sprovveduta pivella che si accingeva a mettere in piedi la sua nuova attività lavorativa.
Mollo tutto e parto?
Se penso a quei momenti provo
una grande soddisfazione: quella di aver preso la scelta giusta, forse la scelta migliore che potessi fare nella mia vita (unitamente a quella di
mollare tutto e partire per ricaricare le pile).
Il passaggio dal “mollo tutto” a “cambio vita” non è stato facile: la
paura mi accompagnava ogni giorno; paura di non farcela, di non essere all’altezza, di non essere in grado di reperire i clienti, di non potermi garantire una stabilità economica..
È stata però
una scelta dovuta, consapevole del fatto che quella situazione lavorativa ormai diventata troppo odiosa non poteva più minare la mia salute fisica e mentale: perciò
ho detto basta.
Non sono partita da sprovveduta: sono partita con in testa un piano (quello che chiamo sempre
il piano B, e che consiglio sempre a tutti di coltivare). Sarei partita per recuperare l’energia e disintossicarmi da tutto quello stress e una volta rientrata avrei messo tutte le mie forze per concretizzare il mio sogno: mettermi in proprio, inaugurare la mia vita da
freelance. Così ho fatto.
[bctt tweet=”Tutto sembra sempre impossibile, finché non viene fatto (N. Mandela)” username=”Clamore79″]
Apro la partita Iva (o non la apro)?
Sono rientrata dal mio viaggio ad aprile del 2015, carica di energia, pronta a lanciarmi nella mia nuova avventura. Il mio blog e l’eco del mio viaggio mi avevano fruttato qualche nuovo contatto da parte di potenziali clienti e web agency con cui iniziare a collaborare. Ora si trattava di dare una veste più professionale alla mia figura.
Avevo già affrontato la questione, l’avevo ponderata e rimandata, ma, arrivata a quella svolta nella mia vita professionale, è stato inevitabile prendere quella benedetta decisione:
aprire la partita IVA.
A gennaio 2016 sono ufficialmente partita in veste di libera professionista.
All’inizio è stata dura: per me che sono sempre stata una capra in questioni fiscali e amministrative, raccapezzarmi tra fatture, contabilità e scadenze mi ha fatto sudare parecchie camicie, le chiamate al mio commercialista erano la costante, dubbi e insicurezze erano sempre con me.
Il primo anno tuttavia è passato liscio e indolore, poi il secondo anno è arrivata la mazzata:
le tasse. Ricorderò sempre l’istante in cui il mio commercialista mi ha comunicato l’importo delle tasse da pagare: è stato un colpo al cuore. Ma non mi sono abbattuta, non ho cambiato idea, anzi.
Proseguo per la mia strada e
i miei bilanci sono in positivo. Negli ultimi mesi ho stretto nuove collaborazioni, il mio lavoro e il mio fatturato sono in crescita costante e continuo a crescere io come SEO copywriter e Social Media Manager.
A volte qualcuno me lo chiede: se dovessi tornare indietro rifarei la stessa scelta? Assolutamente sì. Oggi lavoro con passione e appagamento, non ho nessuno a impormi ordini o direttive:
sono il capo di me stessa. Finalmente mi sento nel posto giusto: ho trovato la mia strada e la mia dimensione lavorativa che, come avevo già intuito, non corrispondeva a quella da dipendente.
Non ho sicurezze o garanzie, non ho più ne 13a nè 14a, non ho più ferie e permessi (ma ora me li posso prendere come e quando voglio senza dovermi sentire in colpa), ma ho
l’autonomia e la libertà di poter gestire il mio tempo, che per me è la conquista più grande.